“Nasci, -(perchè ti faccio nascere)- , studia, prenditi almeno una laurea così poi potrai lavorare, trovati una donna, figlia più che puoi, paga il mutuo infinito della “gabbia” che ti sei trovato, poi crepa”.
E’ questo il mantra standard che ci viene inculcato a forza fin dalla culla, talmente comune che lo diamo per scontato.
Poi però, ti guardi attorno, e noti che c’è molto altro in questo mondo, molte altre possibilità, strade, vie ecc..
Ti domandi quindi sei i tuoi genitori fossero stati malvagiamente lobotomizzati, ma presto capisci che non sono loro il problema, capisci che quella che stai vivendo è una specie di realtà resa fittizia da quel mantra, dalle convinzioni che quel mantra ha contribuito a crearti nella testa. ( O è il mantra a essere fittizio??)
Ma per chiarire meglio questa “dissonanza cognitiva” bisognerebbe capire che siamo esseri umani con circa 2 milioni di anni di evoluzione alle spalle, che siamo nati e sopravvissuti combattendo contro le forze della Natura, più grandi di noi, cacciando, cercando riparo in quella stessa Natura che altro non era che nostra Madre.
Una Madre primordiale che non è scomparsa, ma i cui insegnamenti e linee guida di Vita sono stampati a fuoco dentro di noi, sono parte integrante di noi e che oggi, appunto, ci remano contro a quel famoso mantra.
O è quel mantra a remare contro??
In altre parole, sto cercando di dire che non possiamo rinnegare quei 2 milioni di anni che ci hanno plasmato, in linea con ciò che siamo, non possiamo rinnegare ciò che fa parte di noi per sostituirlo con un altro tipo di esistenza. Tuttavia lo abbiamo fatto e oggi spesso capita di ritrovarci in situazioni che non capiamo, capita di vivere in sofferenza e ci domandiamo il motivo.
Un esempio pratico può essere quello dell’aquila allevata da una famiglia di galline.
Le galline credono che il giovane aquilotto sia una gallina e gli impartiscono il “mantra” proprio di una gallina. Gli insegnano a muoversi, mangiare bere e defecare, in sostanza.
Ma crescendo, il giovane aquilotto sente che qualcosa non va, sente forte in lui quella “dissonanza cognitiva” di cui dicevo e non capisce, come molti umani oggi.
Si crede una gallina ma una gallina non è. Chiede quindi alle altre galline quando potrà volare e come mai loro non lo fanno, ma le galline lo guardano stranite e cambiano discorso, non sapendo cosa rispondere.
Le galline sono sempre più incredule nel vedere il giovane aquilotto saltellare di continuo nel pollaio e muovere le ali e lo classificano come “strano”, forse “malato” e ben presto prendono le distanze da lui.
Ma la vera sofferenza sta nell’aquilotto, spinto a seguire la sua Natura e non più le galline.
Non è detto che l’aquila riesca a farcela, ma capisce che ci deve provare e così un giorno scappa, si butta in un dirupo e… vola!
“Una gallina che vola!” -dicono le altre galline,- “assurdo!” “pazzia!” “anatema!!” (satanismo e possessione demoniaca fino a non molto tempo fa).
E noi umani, quante volte ci sentiamo dire che siamo “scemi” o “pazzi” solo perchè tentiamo qualcosa di diverso?!? Solo perchè sentiamo prima e capiamo poi che la nostra Vera strada è un altra e che quel famoso mantra andrebbe eliminato?!?
E quindi, cosa dovremo seguire?? Ciò che ci viene detto o noi stessi?!?
Non è finita, continua…