Mi ricordo.
Mi ricordo le botte che prendevo dai miei compagni di scuola, alle medie. E le botte che a mia volta davo loro, senza che nessuno intervenisse. Mi ricordo i lividi, ma il giorno dopo eri di nuovo li e non dal medico.
i ricordo che anche i miei coetanei, circa 25 anni fa, avevano il terrore di dire ai genitori che il prof gli aveva messo una nota, e a volte non lo dicevano.
Ma soprattutto le urla e i rimproveri, interminabili anche, dei professori verso noi ragazzi.
Ma nel 2019, ho avuto modo di parlare con un maestro delle elementari che mi raccontava che sgridare contro i bambini quando sbagliano è diventato inutile, perchè quando il bambino lo dice ai genitori questi a volte vanno a protestare contro il maestro.
Eppure io ricordo.
Ricordo che i professori e maestri sgridavano solo se sbagliavi, se per esempio parlavi in classe o giocavi con le penne e cose simili, lo facevano per farti capire che dovevei stare attento, non era mica un intimidazione mafiosa! Al tempo stesso però ti elogiavano quando eri attento e facevi bene i compiti.
Nel 2019 ho anche sentito che è scoppiata la “moda” del bullismo. In pratica, più le prendi e più diventi famoso! Non voglio scherzare su questo tema, ma dico il vero. Le vittime di bullismo finiscono spesso in prima pagina sui giornali.
Ma no, 25 anni fa nemmeno esisteva la parola “bullismo”, non era cioè riconosciuto come fatto grave su cui intervenire ma veniva semplicemente non considerato, le solite ragazzate insomma! Chi non le ha fatte!
E mi chiedo perchè una volta era così e oggi colà.
Se il bambino ti distrugge la casa e tu non lo sgridi, uno schiaffo o due se non ti ascolta, lui crederà che va bene così e da grande farà il sabotatore, raccontando che lo ha sempre fatto.
Se invece un adulto insegna al bambino tramite maniere decise e forti il bambino piangerá ma poi capirà che a fare certe cose si subisce dolore, appunto, e quindi sarà difficile che lo rifaccia.
Tuttavia, nel 2019 certa gente si dice moderna e confonde l’insegnamento con la violenza. Ma la violenza è ben altra cosa.
In un altro articolo dicevo che bisognerebbe far notare le conseguenze dei danni che fa al bambino stesso, ma sbagliavo a dire che non serve urlargli contro. Se per esempio butta a terra un piatto, oltre che allo sberlone necessario sarebbe utilissimo per lui fargli raccogliere i cocci e pulire tutto.
Allo stesso tempo però andrebbe elogiato quando si impegna a non fare casini. Fargli cioé vedere che il mondo non è solo ”male”, sgridandolo di continuo, ma anche gioire insieme a lui delle cose buone della vita.
Anche lasciarlo sbagliare, come dicevo altrove, va benissimo. Se gioca col cane, a meno che non sia un buldog da combattimento, lasciatelo fare. Vedrete che se il cane lo morde scapperá via da solo! Mica é scemo! E imparerá così a temere quel cane.
Ovvio che piangerà, ma lasciatelo piangere! Quando non avrà più lacrime in corpo si calmerà e saprá di non tornare più da quel cane. Avrá imparato la lezione.
Tuttavia, nel 2019 queste cose trovano pochissimo riscontro. Si tende a vedere un semplice rimprovero come ”schieramento di guerra contro un bambino innocente”. E non è questione di evoluzione o modernità, è questione di demenza da parte di noi adulti!
E mi domando come saranno i bambini e ragazzini di oggi fra 15 o 20anni, quando cioé avranno raggiunto la piena autocoscienza.
Temo che si troveranno malissimo e la colpa sarà solo nostra.